giovedì 31 ottobre 2013
sabato 19 ottobre 2013
Addio ciuccio: la nostra esperienza

Sono seguite da quel momento intere giornate a spiegarle che ormai era grande e che non aveva più bisogno di quel suo piccolo feticcio, qualche pianto disperato, qualche piccolo capriccio e via dicendo. Man mano che il tempo passa, passa anche la sua voglia di ciuccio, ed ogni giorno se lo dimentica un pochino di più.
Non ho consigli da dare in merito, questa è la mia esperienza. Devo dire che ho fatto davvero molta molta fatica, forse più per un senso di dispiacere mio nei confronti di mia figlia, nel vederla piangere senza il suo ciuccio adorato, che poi effettivamente lei nello stare senza. Se potessi tornare indietro forse lo farei molto prima, intorno all'anno e mezzo direi, perché più il tempo passa più diventa una vera e propria dipendenza. Anche trovare il momento giusto per levarlo è molto importante: io avevo provato lo scorso anno ma Giorgia aveva incominciato a farsi la pipì addosso (cosa mai successa!) e non voleva più andare all'asilo, per cui ho rimandato, perché in quel momento per lei era una vera e propria sofferenza. Il consiglio più prezioso dato a me, è sicuramente di togliere il ciuccio lontano da casa, in vacanza è sicuramente il momento migliore. Io avevo previsto anche qualche notte insonne, ma per fortuna non è successo. Infine, regola universale, se si decide di farlo, decidere e basta, senza cambiare idea, senza dare segni di cedimento al nostro bimbo. Cambiare idea su una decisione presa gli farebbe soltanto male.
Per fortuna l'argomento ciuccio per noi è chiuso, spero che la mia esperienza possa essere utile a qualche mamma che sta per far fare questo passo così importante al suo piccolino!
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mercoledì 9 ottobre 2013
Il giusto sport
Quale è l'età giusta per incominciare a fare sport? Quale attività può piacere di più ai nostri bambini e come fare a capirlo??? Sinceramente non ho mai saputo darmi questa risposta, ma finalmente oggi posso raccontarvi la mia esperienza, perché ho trovato una sport che piace a mia figlia e che si adatta perfettamente a lei.
Diciamo subito che quattro anni e mezzo, ritengo sia un'età piuttosto "giovane" (non ridete!) per intraprendere qualsiasi percorso sportivo, quindi: se il bambino NON HA VOGLIA di fare attività, io non insisterei più di tanto, se dopo le canoniche lezioni di prova non dimostra entusiasmo/interesse/desiderio di tornare in palestra o piscina che sia... Conosco mamme che insistono nel portare i figli a fare un determinato sport anche dopo mesi e mesi di pianto del figlio stesso: io credo che queste imposizioni, rendano antipatico per sempre quel determinato tipo di attività al bambino che è obbligato a praticarlo... A noi è successo con la danza ed il pattinaggio. Dopo la prova, Giorgia non ci voleva più andare... Non ho insistito e non l'ho più portata e credo allora di avere fatto la cosa giusta. Aveva tre anni e mezzo, ma non credo sia stata una questione di età: molte di quelle bambine che hanno iniziato con lei danza, frequentano tutt'oggi il corso con grande entusiasmo e allora, erano felicissime di partecipare alle lezioni. Stessa cosa posso dire per il pattinaggio: credo sia una questione di attitudine e una sorta di "amore a prima vista" verso un determinato tipo di sport.
E' anche vero che non bisogna arrendersi al primo "no, non ci vado", perché i nostri cucciolini tendono sempre a stare insieme a mamma e papà per la maggior parte del tempo possibile (e meno male direi!), quindi è normale che a fronte di un evento nuovo, e ricordiamoci bene, per loro sconosciuto, ci sia un naturale rifiuto iniziale.
Il nostro approccio con il karate è stato puramente casuale: semplicemente a metà settembre ho trovato un volantino in un negozio vicino a casa mia, che invitava a partecipare alle lezioni di prova. Così ho pensato di contattare il maestro e di chiedergli se la bambina poteva partecipare alla prova, dato che di solito a praticare il karate si inizia intorno all'età di sei anni. Per farla breve, l'ho portata e per lei è stato amore a prima vista. Lei, l'unica femmina e la più piccola del corso, entusiasta come non mai ed orgogliosa di far parte di questo gruppo di piccoli sportivi...

Nel nostro caso diciamo che è stato il karate a trovare noi, tramite quel volantino,, perché mai e poi mai avrei pensato che Giorgia potesse avvicinarsi questo tipo di disciplina, fra l'altro meravigliosa, e visto il suo entusiasmo, sono molto felice che sia successo. Insomma, il mio consiglio, se posso darne uno, è semplicemente quello di assecondare e cercare di capire (cosa per niente facile!) le attitudini dei nostri figli, anche nel decidere quale tipo di sport fargli praticare, quale può essere l'attività che li diverte di più, e quale quella che proprio gli fa schifo.
E non importa se non diventeranno mai dei calciatori, o se a otto anni non sapranno ancora nuotare, oppure, come nel mio caso, invece di fare danza, faranno uno sport diciamo non propriamente femminile...
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