martedì 30 novembre 2010

Il diritto a sporcarsi


Impariamo dai bambini a lasciarci andare, a non pensare sempre che l'apparire sia più importante dell'essere, impariamo a correre in un prato e rotolarci dentro, impariamo a camminare scalzi nel cortile di casa nostra, a sporcarci con i colori e a toccare il cibo con le mani, impariamo a giocare per terra e non pensare sempre che non stia bene... Impariamo questo e tutto il loro immenso mondo di giochi, di mani e piedini sporchi, di musetti unti, di vestitini macchiati.... Impariamolo, ma soprattutto lasciamo liberi i bambini di farlo! Ci sentiremo molto più liberi anche noi....

domenica 28 novembre 2010

Rrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr.....

Il nostro micio di feltro fa le fusa e fa la nanna in questa fredda giornata nevosa.... Alle porte dell'inverno, anche noi tre,  trascorriamo la domenica in pieno relax e nell'ozio più totale....




venerdì 26 novembre 2010

Freedom

Dopo le recenti incazzature, questa mattina ho preso una pausa da tutto e da tutti ed ho fatto accompagnare Giorgia all'asilo da mio marito Marco. E' stato bellissimo poter fare una doccia la mattina, prima di andare a lavoro, come facevo molto spesso prima di lei, e non la sera esausta, dopo averla messa a letto e con un orecchio fuori dalla tendina per sentire se piange visto che mi è sembrato... E' stato bellissimo fare colazione seduta in santa pace, nel silenzio di casa mia, assaporare con calma il gusto e il profumo del caffè, e non berlo in piedi buttandolo giù, rischiando di brasarmi la trachea con Giorgia attaccata ad una gamba che mi guarda.... E uscire di casa, fare i miei due piani di scale senza il peso degli undici chili santi sulla schiena, che mi sta andando in mille pezzi, e chiudere la porta e il portoncino senza dovermi guardare anche dietro la testa per controllare cosa sta facendo lei in quel momento e dove caspiterina si è andata ad infilare.... Fermarmi in panetteria senza lei da controllare dal vetro del negozio, e fissare apprensiva il suo seggiolino e controllare se piange come una pazza oppure va tutto ok.  Attendere il mio turno tranquilla, senza guardare la panettiera con la faccia iniettata di sangue per la fretta e lo sguardo minaccioso e la gamba che tamburella senza che me ne renda conto. E passare davanti al suo asilo nido, senza dovermici fermare, scaricarla, accompagnarla, farle fare altre scale, svestirla, magari litigare con qualche maestra e salutarla a malincuore, ma anzi, passarci davanti tirando dritto e con il dito medio alzato (bè si, questa mattina ci stava tutto!!!). Insomma, arrivare a lavoro rilassata, senza il cuore che mi batte a mille dalla fretta di timbrare sto cavolo di cartellino.
E sentirmi tremendamente in colpa perchè questa mattina mi è piaciuta da morire e vorrei che fosse sempre così....

giovedì 25 novembre 2010

Una stagione: l'autunno


Una stagione: l'autunno. Qui da me danno neve fra un paio di giorni, quindi quasi addio autunno.  E allora nostalgia di caldo, di giornate estive, di feste, di queste torte mangiate tra amici, di pantaloncini corti, di bambini mai ammalati, di mare e di tramonti. Anche se l'autunno è indubbiamente la mia stagione preferita, devo ammettere che, alle porte del freddo inverno, qualche volta mi prende il "mal d'estate".... 

mercoledì 24 novembre 2010

E mando giù....

E' una questione di fiducia. Non di stronzaggine e neppure di puntiglio. Oggi, come tutte le mattine, ho accompagnato mia figlia all'asilo chiedendo educatamente di NON farla uscire fuori a prendere una boccata di salutare aria che fa tanto bene ai bambini che lo dicono pure i pediatri, perchè con una temperatura di 1°C alle nove di mattina e un recente trascorso di antibiotici con tanto di mezza ricaduta la settimana scorsa non mi sembrava proprio il caso di prendere questa cazzo di boccata d'aria. Morale della favola: alle undici era fuori dall'asilo a prendere questa cazzo di boccata d'aria.
E' una questione di fiducia. Io mamma ti chiedo espressamente e cortesemente di NON fare una cosa. Ti lascio mia figlia fidandomi di te. Tu fai il contrario di quello che ti chiedo. Perchè sei maestra d'asilo, perchè il pediatra lo consiglia, perchè il quarto d'ora all'aria aperta di legge è consentito. Ma poi questi bimbi mica sono in galera!
Mamma apprensiva? Esagerata? Malfidente? No. E' solo buon senso. E la necessità di lavorare e il disagio di non avere nessuno che se ne stia a casa con mia figlia quando si ammala.
E' una questione di fiducia. Quando Giorgia ha iniziato l'asilo nido, a nove mesi e mezzo, mi sono messa completamente nelle mani delle maestre non lamentandomi mai, anche quando avrei dovuto farlo, anche quando non tutto era perfettamente ok. Perchè mi fidavo. Ora non più.
Domani le maestre non porteranno fuori i bambini, ma quando lo riterranno più opportuno si, anche contro il parere della mamma, alla quale, mi sento di dire a questo punto, si sostituiscono come e quando fa più comodo a loro. 
E io che ho bisogno e non ho nessuno mando giù. E mando giù.... 

martedì 23 novembre 2010

Il diritto all'ozio




Niente post a commento delle fotografie.... Stiamo oziando!!!! E che bello che è!!!

domenica 21 novembre 2010

I diritti naturali dei bimbi e delle bimbe

Partecipate tutti alla splendida iniziativa pensata dal Giorno per Giorno, facendo vivere i diritti naturali dei bambini sempre, in ogni momento, non dimenticandoci mai di quali meravigliosi gioielli dobbiamo aiutare a crescere, i nostri, i più cari e preziosi...
Noi ci siamo! A martedì!


1. IL DIRITTO ALL’OZIO

Siamo in un momento della storia umana in cui tutto è programmato, curriculato, informatizzato. I bambini hanno praticamente la settimana programmata dalle loro famiglie o dalla scuola. Non c’è spazio per l’imprevisto. Non c’è, da parte dei bambini e delle bambine, la possibilità di qualcosa di autogestito, di giocare da soli. C’è bisogno di un tempo in cui i bambini siano soli, in cui imparino a “vivere il sistema delle regole”, imparando da soli a gestire i piccoli conflitti. E questo senza la presenza eccessiva degli adulti. È solo così che si diventa adulti sani.

2. IL DIRITTO DI SPORCARSI

“Non ti sporcare”, una frase tipica del genitore della società del benessere. Credo che i bimbi e le bimbe abbiano il sacrosanto diritto di giocare con i materiali naturali quali la sabbia, la terra, l’erba, le foglie, i sassi, i rametti... Quanta gioia nel pastrocchiare con una pozzanghera o in un cumulo di sabbia. Proviamo ad osservare attentamnete bimbi e bimbe in alcuni momenti di pausa dai giochi organizzati oppure quando siamo in un boschetto... e scopriremo con quanto interesse riescono a giocare per ore con poche cose trovate per terra.

3. IL DIRITTO AGLI ODORI

Oggi rischiamo di mettere tutto sotto vuoto. Abbiamo annullato le diversità di naso, o meglio le diversità olfattive, tipiche di certi luoghi. Pensiamo alla bottega del fornaio, all’officina del meccanico delle biciclette, al calzolaio, al falegname, alla farmacia. Ogni luogo ha un proprio odore: nei muri, nelle porte, nelle finestre. Oggi una scuola, un ospedale, un supermercato o in una chiesa hanno lo stesso odore di detergente. Non ci sono più differenze. Eppure chi di noi non ama sentire il profumo di terra dopo un acquazzone e non prova un certo senso di benessere entrando in un bosco ed annusando il tipico odore di humus misto ad erbe selvatiche? Imparare fin da piccoli il gusto degli odori, percepire i profumi offerti dalla natura, sono esperienze che ci accompagneranno lungo la nostra esistenza.

4. IL DIRITTO AL DIALOGO

Dobbiamo constatare sempre di più la triste realtà di un sistema di comunicazione e di informazione “unidirezionale”. Siamo spettatori passivi dei tanti mass media: soprattutto la televisione. In quasi tutte le case si mangia, si gioca, si lavora, si accolgono gli amici “a televisione accesa”. E la televisone trasmette modelli culturali, ma soprattutto plasma il consumatore passivo. Con la televisione non si prende certo la parola. Cosa diversa è il raccontare fiabe, narrare leggende, vicende e storie, fare uno spettacolo di burattini. In questi casi anche lo spettatore-ascoltatore può prendere la parola, interloquire, dialogare.

5. IL DIRITTO ALL’USO DELLE MANI

La tendenza del mercato è quella di offrire tutto preconfezionato. L’industria sforna ogni giorno miliardi di oggetti “usa e getta” che non possono essere riparati. Nel mondo infantile i giocattoli industriali sono talmente perfetti e finiti che non necessitano dell’apporto del bambino o della bambina. L’abitudine al video-gioco è spesso incentivata dalla stessa scuola che, nel proporre l’introduzione del computer, ne suggerisce l’accattivante utilizzo ludico. E nel contempo mancano le occasioni per sviluppare le abilità manuali ed in particolare la manualità fine. Non è facile trovare bambini e bambine che sappiano piantare chiodi, segare, raspare, cartavetrare, incollare... anche perchè è difficile incontrare adulti che vanno in ferramenta a comprare i regali ai propri figli. Quello dell’uso delle mani è uno dei diritti più disattesi nella nostra società post-industriale.

6. IL DIRITTO AD UN “BUON INIZIO”

Mi riferisco alla problematica dell’inquinamento. L’acqua non è più pura, l’aria è intrisa di pulviscoli di ogni genere, la terra è inquinata dalla chimica di sintesi. Si dice sia il frutto non desiderato dello sviluppo e del progresso. Eppure oggi è importante anche “tornare indietro”. Ritrovato il gusto del camminare per la città, lo stare insieme in maniera conviviale. Ed è questo che spesso i bimbi e le bimbe ci chiedono. Da qui l’importanza dell’attenzione a quello che fin da piccoli “si mangia”, “si beve” e “si respira”.

7. IL DIRITTO ALLA STRADA

La strada è il luogo per mettere in contatto le persone, per farle incontrare. La strada e la piazza dovrebbero permettere l’incontro. Oggi sempre più le piazze sono dei parcheggi e le strade sono invivibili per chi non ha un mezzo motorizzato. Piazze e strade sono divenute paradossalmente luoghi di allontanamneto. É praticamente impossibile vedere bambini giocare in piazza. Gli anziani sono continuamente in pericolo in questi luoghi. Dobbiamo ribadire che, come ogni luogo della comunità, la strada e la piazza sono di tutti... così come ancora è in qualche paesino di montagna o in molte città del Sud del mondo.

8. IL DIRITTO AL SELVAGGIO

Anche nel cosidetto tempo libero tutto è preorganizzato. Siamo nell’epoca dei “divertimento”. I parchi gioco sono programmati nei dettagli. Così accade anche nel piccolo, nei parchi delle scuole o nelle aree verdi delle città, compreso l’arredo urbano. Ma dov’è la possibilità di costruire un luogo di rifugio-gioco, dove sono i canneti e i boschetti in cui nascoondersi, dove sono gli alberi su cui arrampicarsi? Il mondo è fatto di luoghi modificati dall’uomo, ma è importante che questi si compenetrino con luoghi selvaggi, lasciati al naturale. Anche per l’infanzia.

9. IL DIRITTO AL SILENZIO

I nostri occhi possono socchiudersi e così riposare, ma l’apparato auricolare è sempre aperto. Così l’orecchio umano è sottoposto continuamente allle sollecitazioni esterne. Mi sembra ci sia l’abitudine al rumore, alla situazione rumorosa al punto da temere il silenzio. Sempre più spesso è facile partecipare a feste di compleanno di bimbi e bimbe accompagnate da musiche assordanti. E così è anche a scuola. L’emblema di tutto ciò è dato da coloro che si spostano alle periferie delle città e a piedi o in bicicletta si portano nella natura per una bella passeggiata con le cuffie dell’Ipod ben inserite nelle orecchie. Perdiamo occasioni uniche: il soffio del vento, il canto degli uccelli, il gorgogliare dell’acqua. Il diritto al silenzio è educazione all’ascolto silenzioso.

10. IL DIRITTO ALLE SFUMATURE

La città ci abitua alla luce, anche quando in natura luce non c’è. Nelle nostre case l’elettricità ha permesso e permette di vivere di notte come di fosse giorno. E così spesso non si percepisce il passaggio dall’una all’altra situazione. Quel che più è grave è che pochi riescono a vedere il sorgere del sole e il suo tramonto. Non si percepiscono più le sfumature. Anche quando con i bambini usiamo i colori non ci ricordiamo più delle sfumature. Il pericolo è quello di vedere solo nero o bianco. Si rischia l’integralismo. In una società in cui le diversità aumentano anziché diminuire, quest’atteggiamento può essere realmente pericoloso.

Cerchiamo insieme di guardare il mondo con gli occhi dei bimbi e delle bimbe.

giovedì 18 novembre 2010

Una stagione: l'autunno


Meravigliosi colori delle foglie che cadono, per lasciare spazio all'imminente freddo inverno....

La fatica di essere....

Ieri notte.
Ore 04:30 Giorgia ha la febbre a 39. Il primo pensiero è che ha finito l'antibiotico dieci giorni fa, il secondo è quello di metterle la tachipirina e il terzo che la mattina dopo sarei di nuovo dovuta stare a casa dal lavoro... I giorni di maternità facoltativa ormai scarseggiano, idem le ferie e i permessi...

Ieri mattina.
Ore 07.30 Marco va a lavoro.
Ore 08.00 Preparo la colazione a Giorgia e chiamo mio padre per chiedergli se per favore viene un'oretta da me in modo tale che io possa uscire e andare in farmacia...
Ore 10.00 Sono già fusa, ho fatto la spesa, sono andata in farmacia e Giorgia ha di nuovo la febbre a 39. Mio papà va a casa. Arriva mia suocera che alle undici se ne va.
Ore 11.30 Giorgia mi sta in braccio fino all'una e mezza lamentandosi per la febbre e il malessere generale. Io mangio un pezzettino di torta di verdure sul divano, abbracciata a lei, che mi resta pure sullo stamaco...
Ore 13.30 Finalmente la piccolina si addormenta e io ne approfitto per cucinare il pranzo per domani, siccome resterà a casa mio marito, mentre io andrò a lavoro per non fare troppe assenze. Per alleggerirgli la mattinata, gli cucino qualcosa....
Ore 14.30 Chiamo il pedriatra spiegandogli la situazione. Per fortuna arriva dopo dieci minuti a visitare la topolina... Stava dormendo e aprire gli occhi vedendo il dottore da lei tanto odiato, non è stato quello che si dice "un dolce risveglio". Il dottore mi dice che se la febbre non le passa deve prendere nuovamente l'antibiotico. E noi organizzarci per stare a casa da lavoro...
Ore 16.00 Torna mio padre che nel mentre è andato a prendere mia mamma lavoro. Chiedo ai miei di guardare la bimba mentre io faccio una doccia veloce e ritorno in farmacia a prendere l'antibiotico. L'antibiotico non c'è. Arriva domani mattina alle nove. Ritorno a casa e alle cinque i miei se ne vanno. Io sono stanchissima. Giorgia è stata noiosa per tutto il giorno ed è stata quasi sempre in braccio a me, che ho la schiena a pezzi.
Ore 17.30 Arriva Marco e devo dire che la situazione migliora un pochino. Mi aiuta con la bambina e io riesco a preparare la cena.
Ore 19.30 Ceniamo. Lei no. Non ha fame. Tutto normale.
Ore 20.30 Le leggo Pinocchio a letto e si addormenta poco dopo.
Ore 22.00 Febbre a 39. Non abbiamo antibiotico, ma risolviamo con la tachipirina. Non si dorme, più o meno fino all'una di notte. Sono esausta, questa giornata sembra non avere fine.

Questa mattina.
Ore 07.00 Mi sveglio e Giorgia e Marco dormono. Questa mattina vado io a lavoro e oggi pomeriggio mio marito. Mi preparo e vado a prendere mia suocera alle otto e la porto in ospedale, come se non bastasse, proprio oggi ha una visita che non può rimandare e a chi tocca accompagnarla? A me naturalmente.
Ore 08.15 Vado a casa di mio padre e gli lancio il bigliettino della farmacio con il quale può ritirare l'antibiotico e portarlo alla bambina in mattinata.
Ore 08.30 Riesco a timbrare il cartellino puntuale. Vi assicuro che sono già molto molto accaldata!

Ore 10. Arriva il mio responsabile in ufficio, che mi chiede in tono scherzoso dov'ero ieri. Rispondo che la bambina ha la febbre a 39 e che sono nei casini siccome io e Marco non abbiamo a disposizione nessuno che ce la tenga.

Mi sento rispondere che le donne dovrebbero starsene a casa a guardare i figli, e non venire a lavorare per non lavorare e stare tutta la mattina al telefono per sapere come sta il bambino ammalato o per parlare con le colleghe dell'argomento, e che sua moglie è sempre stata a casa dal lavoro.... Gli propongo di far triplicare lo stipendio a mio marito (lavoriamo nella stessa ditta) in modo tale da portermi permettere di stare a casa da domani stesso.

Lavorare è faticoso. Essere mamma è faticoso.
Fare entrambe le cose, soprattutto quando non gira bene, è quasi frustrante.
Non essere ancora capite è vergognoso.

domenica 14 novembre 2010

Dear Santa

La vorrei libera. Libera dai pregiudizi, dai preconcetti, dai luoghi comuni, dai "ho sentito dire", dalle leggende metropolitane, da tutte quelle stronzate di basso conto che si insinuano sempre nella nostra testa. Libera dai pettegolezzi, al di sopra delle parti, capace di stabilire da sola la verità, senza essere influenzata da quella degli altri, ma nello stesso tempo, capace di ascoltare e soppesare le opinioni di chiunque.
La vorrei onesta, sincera a tal punto di avere il coraggio di esprimere e di portare avanti una sua opinione, anche se nessuno la condivide.
La vorrei forte a tal punto di sostenere un suo ideale, anche se sola contro tutti, magari anche contro di me...
La vorrei piena di sogni nel cassetto, di cose da realizzare e appassionata a tal punto di costruire il suo sogno giorno per giorno, con la consapevolezza però, che non sempre tutti i desideri si avverano.
La vorrei scaltra perchè purtroppo si sa, che questo è il mondo dei più furbi, ma senza ingannare il prossimo o essere disonesta persino con se stessa.
La vorrei orgogliosa di sè ogni volta che si guarda allo specchio, vorrei che vedesse una persona corretta e leale di cui andare fiera, anche se non lo sarà mai quanto mamma e papà ogni volta che la osservano.
La vorrei piena di inventiva e di creatività e di passioni, perchè sono queste che ci fanno sentire davvero "vivi" e realizzati.
La vorrei piena di amici, di persone interessanti, di esperienze di vita che allargassero il più possibile i suoi orizzonti.
La vorrei sempre piena di ottima salute, questo è importante.
La vorrei capace di vedere sempre oltre...
La vorrei vedere sempre sorridere...
La vorrei felice, che non significa necessariamente essere ricca, bellissima, piena di vizi o contornata dal "paese dei balocchi", ma semplicemente felice, qualunque sia il modo che la faccia sentire così.
La vorrei cittadina del mondo, ma nello stesso tempo fortemente attaccata alle sue radici in modo tale che possa tornare sempre da noi.
Come ho detto all'inizio, la vorrei libera... libera di vivere la sua meravigliosa vita...

Dear Santa,
ti scrivo ora questa letterina perchè so bene che a breve sarai davvero molto incasinato. Non ti spaventare, perchè questo non è il mio desiderio per Natale, sarebbe forse un pò troppo presuntuoso e mia figlia comunque ancora troppo piccola....
Quello che invece ti chiedo, è di dare a me la capacità di crescere Giorgia in questo modo, perchè starle accanto in questo percorso di crescita e riuscire al meglio in quest'avventura, per me sarebbe davvero un'immensa gioia e un grande onore.

PS Se poi, vuoi anche gonfiare a dismisura il mio conto in banca, vai tranquillo che non mi offendo!

Ti ringrazio moltissimo,
Manu.

venerdì 12 novembre 2010

Giornata mondiale della gentilezza: 13 novembre

"La gentilezza viene dal cuore, spontanea, disinteressata e accogliente,
cosa diversa dalla cortesia, che è formale ed esteriore”.
“La gentilezza è contagiosa e ci aiuta a vivere meglio nella società”.


giovedì 11 novembre 2010

Una stagione: l'autunno

La fotografia di questa settimana è dedicata alle nostre piccole pesti, e ai giochi da fare in casa nella stagione più fredda, dove le piccoline soffrono un pò il fatto di non potere correre ogni giorno fuori a giocare, sguazzare nella piscinetta e giracchiare in maglietta e mutandine.... Nella lunga attesa della prossima bella stagione giochiamo a fare le bolle in casa, e a quanto pare, anche se al chiuso, il gioco per loro è sempre molto divertente...

venerdì 5 novembre 2010

Pasta e fagioli

Vi capita mai di invitare qualcuno a cena e di scervellarvi pensando a quali prelibatezze cucinare? Non mai paura di fare una figuraccia? A me capita sempre, forse è per questo che ultimamente c'è una gran carestia di persone invitate a pranzo o a cena a casa nostra... Si, certo, c'è anche il fatto, che con una bambina piccola, a cui dover stare dietro, tutto riesce, o sembra, molto più difficile. Ma per quanto mi riguarda il motivo principale è quello strettamente legato alla cucina....
Sapete invece che i piatti più semplici sono quelli che, non solo vengono meglio, ma che piacciono davvero a tutti e che si mangiano sempre volentieri? Nello specifico... ieri sera ho invitato a cena due amiche, e una di loro mi ha suggerito di preparare la pasta e faglioli, piatto che io e Marco fra l'altro adoriamo....


Morale della favola... è piaciuta a tutti, compresa Giorgia, ed in compagnia di questo piatto "della nostra tradizione" abbiamo trascorso una piacevolissima serata. 

Ricetta per Pasta e Fagioli, Ingredienti:

lardo
cipolla
sedano
carota
basilico
pancetta
fagioli borlotti
brodo vegetale
pasta tipo lasagnette
olio, sale, pepe, aglio, pereroncino, formaggio

(Dosi e ricetta da cui ho tratto consiglio by Giallo Zafferano)Procedimento:


Ho fatto sciogliere il lardo nell'olio caldo ed ho aggiunto il soffritto di cipolla, sedano e carota tritati. In una pentola a parte ho fatto soffriggere nell'olio la pancetta ed i fagioli borlotti che ho aggiunto dopo averli insaporiti insieme, nella pentola grande con il lardo e le verdure.
A questo punto ho coperto i fagioli con il brodo vegetale e li ho fatti bollire per circa tre ore. Per regolare di densità ho aggiunto ancora brodo. A fine cottura, ho frullato metà del tutto.
Ho cotto la pasta a parte perchè il mio passato di fagioli era veramente (e volutamente!!!) molto molto denso ed una volta pronta l'ho aggiunta ai fagioli. I "ritocchi finali" sul piatto vanno fatti secondo il gusto del commensale: chi ha aggiunto formaggio, chi pepe, chi olio agliato e chi peperoncino.
Ah! Dimenticavo l'ingrediente principale della mia ricetta: due buone amiche, nel mio caso Claudia e Martina.

E inoltre, un'ottimo dessert, del buon vino, e magari anche un buon DVD...per Giorgia sicuramente!



Grazie ragazze per la bella serata!!!

giovedì 4 novembre 2010

Una stagione: l'autunno


Questo giovedì, per onorare il nostro appuntamento fisso con l'autunno, posto con enorme piacere una fotografia scattata della mega finestra della magnifica casa di un'amica. Questa è la meravigliosa vista di cui può godere ogni giorno, e credo che questa stagione la renda particolarmente intensa e ricca di sfumature...

mercoledì 3 novembre 2010

Family book

Questo è un lavoretto un pò vecchio: risale al perido di maternità trascorso in casa a fare anche questo, a cucire e "creare" qualche cosa di carino e soprattutto qualche cosa che potesse tenere mia figlia come ricordo dei suoi primi mesi di vita. Ecco quindi l'idea di un "Family Book" morbidoso, di feltro, con il quale si possa giocare e ci si possa stroppicciare... nelle fotografie di stoffa, i componenti più cari della famiglia accompagnano Giorgina nel gioco.
Il risultato per ora mi ha soddisfatto; dico per ora perchè ancora deciso come "assemblarlo".... non so se cucirlo, rilegarlo con anelli, con lana.... davvero ... non so...
Ecco il perchè di questo post: qualcuno ma da un consiglio????




















martedì 2 novembre 2010

Coraline e la porta magica


Lo so lo so che io ci arrivo sempre dopo... però questo "cartoon", capolavoro di computer grafic, l'ho visto soltanto ad Halloween con mio marito e ci è piaciuto davvero tanto. Così tanto che ve lo voglio consigliare.
E siccome le recensioni non sono davvero il mio forte vi copio quella di Wikipedia.

"Coraline è una bambina di 11 anni, sveglia e indipendente, a cui piace fare la dura. La ragazzina si è appena trasferita in una nuova casa e i suoi genitori (scrittori di libri botanici) sono molto presi con il trasloco e con il loro lavoro: per questo, pur volendo bene a Coraline, non riescono a dedicarle molto tempo. La bambina ha tutto il tempo di esplorare i dintorni della sua nuova casa e di conoscere i vicini: due attrici in pensione piene di paranoie, Mrs. Spink e Mrs. Forcible, un pazzo di nome Bobinski che dice di possedere un circo di topi ballerini e infine Wybie, uno strano ragazzino che se ne va sempre in giro con un gatto nero e la cui nonna è la proprietaria degli appartamenti dove vivono Coraline e i suoi vicini.
La nonna di Wybie aveva una sorella, scomparsa ancora bambina, e per qualche strano motivo ha proibito al nipote di entrare in quella casa. Lo stesso Wybie, un giorno, regala a Coraline una strana bambola somigliante a Coraline stessa, dicendole di averla trovata nel baule della nonna. Esplorando il proprio appartamento, Coraline scopre una porticina murata. Lì per lì non le dà troppo conto, ma la notte seguente i mattoni svaniscono e dei topolini attirano la bambina attraverso la porta: dopo aver attraversato un tunnel, Coraline si ritrova in un appartamento in tutto e per tutto uguale al suo, ma più bello e colorato. Ben presto conosce due persone identiche ai suoi genitori, ma che al contrario di essi la riempiono di attenzioni: la madre le cucina manicaretti e il padre suona il piano e le canta canzoni. La bambina scopre anche dell'esistenza di persone identiche ai suoi vicini, ma migliori in tutto: Wybie non parla e la segue ovunque, le due attrici in pensione in realtà sono ancora giovani e snelle e organizzano continuamente spettacoli, mentre Bobinski possiede davvero un mirabolante circo di topi. L'unica cosa strana è che tutte le persone di questa dimensione... hanno bottoni cuciti sugli occhi.
Ben presto Coraline prende l'abitudine di andare e venire dall'altra dimensione, dove "l'altra madre" la vizia con leccornie e attenzioni. Una sera come tante, l'altra madre propone a Coraline di restare per sempre lì con lei: Coraline è entusiasta all'idea di restare nell'altra dimensione, ma l'altra madre le rivela che se vorrà restare dovrà... farsi cucire anche lei dei bottoni sugli occhi. La ragazzina ovviamente rifiuta e comincia a pensare di fuggire. Di lì a poco incontra il gatto di Wybie, che nell'altra dimensione sa parlare e le rivela la verità: l'altra madre vuole qualcuno da amare e vuole rapire Coraline dal mondo reale.
La ragazzina prova a scappare, ma viene scoperta dall'altra madre che dopo aver assunto le sue vere sembianze (una sorta di incrocio fra Crudelia De Mon e un ragno meccanico) la rinchiude in uno specchio: qui scopre i fantasmi di tre bambini, che le rivelano tutto. L'altra madre è una strega, un demonio che si nutre dell'anima dei bambini: li attira viziandoli, per poi cucirgli dei bottoni sugli occhi e succhiargli la vita. I bambini le rivelano che la dimensione parallela altro non è che un mondo distorto, creato dalla strega, la quale spia i bambini dagli occhi della bambola per capire cosa non va nella loro vita e per creare un mondo secondo i loro desideri. Tutte le altre persone presenti nella dimensione distorta, "altro padre" compreso, altro non sono che pupazzi, marionette create dalla strega, che le ubbidiscono ma sembrano avere una volontà propria.
La ragazzina è terrorizzata, ma fortunatamente riesce a tornare nel mondo reale aiutata dal finto Wybie. Tuttavia, qui si accorge che i suoi genitori sono spariti. Quella notte il gatto di Wybie le fa capire che sono stati rapiti dalla strega per attirare di nuovo Coraline da lei. La bambina si fa coraggio e la affronta per liberare i propri genitori, proponendole di fare un gioco: se riuscirà a trovare gli occhi dei bambini fantasma e i suoi genitori potranno andarsene via tutti, in caso contrario resterà per sempre con la strega. Con l'aiuto di un amuleto donatole da Mrs. Spink e Mrs. Forcible, Coraline riesce a trovare gli occhi dei bambini e, per pura fortuna, riesce a trovare anche i genitori rinchiusi in una piccola boccia di cristallo. Distrae la strega lanciandole addosso il gatto e infine riesce a fuggire ma la strega tenta di afferrare Coraline che però le sbatte la porta mozzandole una mano.
Tuttavia, non è ancora finita: la mano della strega è viva e segue Coraline per rubarle la chiave della porta e riportarla alla sua padrona. Coraline, con l'aiuto di Wybie, riesce a distruggere la mano e a gettare i suoi pezzi, insieme alla chiave, in un pozzo. Quella stessa notte Coraline incontra il gatto di Wybie con cui fa pace e gli chiede scusa per averlo gettato in faccia alla strega. L'incubo è finito, le anime dei bambini (uno di loro è la sorella della nonna di Wybie) sono libere e finalmente Coraline ha imparato la lezione: bisogna 'com-prendere' e accettare quello che si ha, anche se non è perfetto. A fantasticare troppo, ci si illude e si rischia di perdere anche quello che si ha. Il film finisce con Coraline e i suoi genitori che organizzano un ricevimento in giardino, al quale partecipano tutti i vicini (che con tutti i loro difetti sono comunque bravissime persone), compresa la nonna di Wybie, alla quale Coraline rivelerà che fine ha fatto sua sorella e che adesso la sua anima ha trovato la pace."

Il film, è tratto da questo libro: Coraline di Neil Gaiman.
Buona visione!
O buona lettura!!

lunedì 1 novembre 2010

I meglio ricordi

In questo giorno così triste, e così tristemente commemorativo, nella mia mente un chiarissimo fotogramma non se ne andrà mai via... Mi piace ricordarti così, quando tutti eravamo felici, e quando quei momenti sarebbero diventati eterni, per sempre nelle nostre menti, e oggi più che mai nei nostri cuori. Grazie per la felicità, la sicurezza, la protezione, la dolcezza, l'amore.... Grazie per esserci stata, ed essere stata quello che eri.... Tu. Unica. Meravigliosa.
Nonna.


24 aprile 2009: Giorgia, un mese, tra le braccia della sua bisnonna...

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